La Vita In Breve (Delirio di un’immersione subacquea)

Si chiude oggi la stagione 2017,  la settima da quando abbiamo deciso di intraprendere questa bellissima avventura .

Come ogni anno quando termina la stagione  ci pervade quel senso di nostalgia che anticipa l’inverno. Le belle giornate estive, le immersioni, le risate, praticamente tutto è perfetto in quei mesi estivi. Vorremmo che i ricordi di questi intensi mesi conservassero la loro vividezza, che le immagini d’acqua conservassero la loro umidità, senza diventare croste di sale essicate al freddo dell’inverno.

Condividiamo con voi queste bellissime parole del grande amico Maurizio Indirli che da tantissimi anni dimostra  un amore incommensurabile per l’Isola di Ustica e che con questo “delirio” descrive quello che è uno dei siti di immersione più famosi dell’Isola di Ustica , la Grotta dei Gamberi. Per continuare a immergerci nelle nostre case, nei nostri letti, nei nostri sogni.

LA VITA IN BREVE
(Delirio di un’immersione subacquea)
Nel blu. Dolcemente.
Cadere, piano. Silenzio e soffici sciacquii.
Sospenditi, ora. Ad un cuscino d’aria, pezzetto di nuvola.
Ancora cadere, piano. Dal cielo al fondo, dall’idea alla natura, dal pensiero al
ventre.
E il ventre, cavernoso, senza ombra di paura, la sua bocca mi comprende.
Pensiero e respiro, costanti e liquidi.
Invisibile centro. Zero degli zeri. Inizio.
Raccogli l’esperienza dei sensi, lame di luce nella mente.
Esplorare il buio come un gioco: lievi i primi sorrisi, sogni a forma di pesci.
E se il gioco diventasse gorgo e il sogno giostra: primo girotondo d’ubriaco,
primo ebbro abbandono.
Quando color seppia fosse morte e il cerchio si chiudesse in danza macabra.
Quando un’altra cavità ti aspetta e infinita.
Una mano, un compagno, un saggio. Una forza ti rialza, coraggio e quiete.
Tempo inesorabile della crescita.
Tempo di matura uscita.
L’occhio azzurro in alto attende una lacrima, un dolore, una violenza.
La fine del tunnel, il tuo destino. Ci devi passare, il tuo destino.
Nessuno chiede di esistere. Preferiresti il nulla?
Tanti modi di andare avanti e tornare indietro.
Sono di nuovo nato, scoppio di luce e baluginare di termoclìno.
Sono di nuovo nato, tra bolle d’aria gonfie verso la superficie.
Tra il nuoto sontuoso delle cernie, i lampi in branco delle salpe. Pinne nobili
ficcate nella sabbia, verde delle posidonie.
Sono di nuovo nato, la grotta porosa alle mie spalle.
Sotto il pelo dell’acqua che divide dal mondo, aspettiamo, in beata sospensione.
Donzelle e castagnole aggrediscono in massa i ricci spaccati: nostri fuochi
artificiali.
La chiglia della motonave all’ancora.
Non ha fretta.

 

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