Perché la Perla è Nera

Ustica viene comunemente menzionata come la “Perla Nera del Mediterraneo”. Questa dicitura fa riferimento a due delle principali caratteristiche dell’isola: la ricchezza e la peculiarità dei fondali marini e l’origine vulcanica. Tutti sanno, o si accorgono visitandola, che Ustica si è formata ad opera del vulcanismo, ma il vulcano dove si trova? O meglio, dove si trovava? Abbiamo voluto con questo articolo svelare il mistero della nascita di Ustica, che, siamo sicuri, è sconosciuto alla maggior parte dei visitatori. Inoltre la peculiarità dell’origine geologica dell’isola ne accresce ulteriormente il fascino; cosa c’è di più romantico che immaginare di vedere emergere dagli abissi gelidi una fontana di lava incandescente? Ok, punti di vista. Ma pensare a quanti migliaia di anni di sbuffi, esplosioni, effusioni ci sono voluti per dare forma a questo piccolo scoglio a noi fa venire i brividi.

Ed ecco che un milione di anni fa dallo stiramento delle placche Euroasiatica e Africana si apre una frattura della crosta terrestre dalla quale comincia a fuoriuscire il magma, una irresistibile scioglievolezza che si deposita ai lati di questa faglia e forma l’edificio vulcanico sottomarino; si tratta di una struttura che supera i 2000 metri di altezza e possiede una circonferenza di poco inferiore a quella dell’Etna. Di questo vulcano noi calpestiamo solo la sommità emersa. Il Marsili, il più grande vulcano sottomarino d’Europa, situato al centro del Tirreno, si è formato con le stesse modalità. La faglia dell’Arso, che attraversa l’Isola da nord-est a sud-est, corrisponde alla linea di frattura originaria; tale faglia è facilmente individuabile in un canalone che costeggia la strada che dal Faro di Spalmatore arriva fino al gorgo di San Bartolicchio ed accoglie un paradisiaco boschetto di eucalipti.

La costa Sud rappresenta la parte più antica di Ustica: le rocce che la caratterizzano affiorano 730.000 anni fa, prima che l’isola emerga, e si formano quando ancora l’attività vulcanica è interamente sottomarina e sparsa lungo tutta la linea di frattura. Intorno a 600.000 anni fa l’attività si concentra in un unico punto formando il condotto e il cratere che raggiungeranno la superficie, dopo altri 100.000, in corrispondenza del Monte Guardia Dei Turchi; l’attività di questo primo cratere si protrae per 20.000 anni, caratterizzata da colate lente e abbondanti, riconoscibili nelle lingue di roccia che da Oliastrello e Piano Dei Cardoni scendono verso il mare (Punta Galera).

Il Monte Costa Del Fallo rappresenta il secondo centro eruttivo dell’Isola, subentrato a Guardia Dei Turchi. Si distingue dal primo per l’attività vulcanica prettamente esplosiva, che porta alla formazione di tufi e ceneri, le cui tracce sono facilmente visibili sul tratto di costa che prende il nome di Scogli Piatti. Esauritasi l’attività di Costa Del Fallo, le eruzioni continuano in corrispondenza di un centro minore che sovrasta Spalmatore.

A questo punto il vulcano decide di riposare per 50.000 anni, una stasi che determina il cambiamento della composizione del magma ed esita in un’esplosione dalla quale sprigiona un’energia pari a decine di migliaia di bombe atomiche. Non è più così romantico adesso. E comunque definita sub-pliniana perché l’energia liberata non eguagliò quella dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Già.

Il versante nord di Guardia Dei Turchi e parte di Costa De Fallo vengono polverizzati e lo stesso cratere di Tramontana da cui origina l’eruzione collassa, provocando l’abbassamento della parte settentrionale dell’Isola. Si aprono dunque altri centri eruttivi minori da cui origina anche Cala Sidoti.

In seguito allo scioglimento dei ghiacci, tra 350.000 e 130.000 anni fa, Ustica viene a più riprese sommersa dal mare ed i detriti ricoprono le rocce vulcaniche, creando dei Terrazzi Marini.

L’attività vulcanica prosegue: sia quella sottomarina nei periodi di “trasgressione” del mare sia quella subaerea.  L’ultimo grande vulcano è rappresentato dalla Falconiera, il cui versante settentrionale collassa durante un’esplosione.

In seguito ad altre due trasgressioni marine tra 105.000 e 80.000 anni fa, l’Isola subisce dei rimodellamenti, legati a movimenti tettonici, che si traducono in un innalzamento della zona dell’Arso e in un frastagliamento della costa settentrionale, dando forma a ciò che oggi noi vediamo.

Alla Rocca Della Falconiera è stato allestito un museo geologico che racconta anche attraverso le immagini questo susseguirsi di eventi. È possibile inoltre visitare i geositi che hanno permesso di ricostruire la storia della nascita di Ustica, una gemma lavorata per migliaia di anni dal sangue infuocato della terra, una piccola roccia plasmata con il mare e con la lava. Dopo milioni di anni di attività vulcanica oggi possiamo godere di splendide grotte, di fertili campi di terra nera, di fondali brulicanti di vita, della trasparenza dell’acqua; possiamo osservare il mare da un promontorio sull’orlo di una immensa placca tettonica e aspettare che Palermo si avvicini sempre di più.

0 Commenti

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *