50 Anni di Bombole Compressori e Ricariche

Ad Ustica era il 1968, il periodo del confino era da pochi anni terminato, alcuni isolani decisero di aprire le prime attività a carattere esclusivamente turistico, rispondendo alle esigenze di un iniziale piccolo flusso di visitatori che cominciavano ad interessarsi a questa piccola Isola del Tirreno dalle acque limpide, cristalline e ricche di pesce.

Ancora non esistevano i centri di immersione, il primo Diving Center infatti aprì nel 1974, eppure fu in quell’anno che Gaetano Ailara comprò il suo primo compressore, “un Bauer K14 “, per 600mila lire. Ma cosa spinse il giovane usticese a fare un investimento del genere? Chiedo a Gaetano a chi caricava le bombole nel 1968 visto che ancora i Diving Center non esistevano. Mi spiega che i primi subacquei che arrivavano sull’Isola a quei tempi erano principalmente interessati alla pesca di anfore e reperti archeologici di cui i fondali di Ustica abbondavano.

Siamo seduti come al solito al bar del porto “Kikis” a sorseggiare una birra e Gaetano mi spiega che prima di lui c’era qualcun’altro che forniva le bombole ai subacquei, quel qualcuno era Salvatore Giuffria, che svolgeva l’attività di ricarica in un piccolo magazzino in piena piazza.

Con il suo strano tono di voce e la sua solita espressione furba e sorridente mi dice tutto orgoglioso:” Jo! Quando accendevo il mio primo compressore tremava mezza Isola, i cristiani mi sentivano fino a Tramontana!”.

Ordiniamo un’altra birra.

Gaetano mi racconta che a quei tempi era molto duro fare questo lavoro: ” Il compressore era rumoroso e lento, con lo scarico manuale. Per caricare le bombole ci voleva tanto tempo.  Le bombole erano pesantissime: esistevano solo bibombola con riserva e dovevo caricarle di notte per farle trovare pronte all’alba.  Una volta che erano cariche e belle pronte mi issavo in schiena il primo bibo, poi col braccio destro pigliavo l’altro e per finire con il braccio che mi rimaneva l’altro  ancora, ed iniziavo la scalata a piedi fino all’altro molo per poi tornare indietro e fare tutto daccapo”.

L’Isola, via via che il tempo e gli anni passavano, diventava sempre più conosciuta e amata per la sua selvaggia bellezza e per i meravigliosi fondali e apprezzata per la cortesia unica dei suoi abitanti. Già negli anni ’60 iniziò l’attività di salvaguardia dei reperti archeologici dell’isola, proseguita più tardi grazie alla Soprintendenza del Mare. Con grande orgoglio ad Ustica fu istituita nel 1986 la prima Area Marina Protetta d’Italia che generò un afflusso sempre maggiore di subacquei, e fu così che dopo l’epoca del confino il turismo diventò la prima forma di sostentamento per gli Isolani.

Sono passati esattamente 50 anni dall’arrivo del suo primo compressore e dalla prima bombola caricata, e Gaetano Ailara è diventato il centro di riferimento delle più grosse scuole sub dell’Isola di Ustica.  La piccola attività che prima consisteva in un magazzino di legno e un compressore, adesso è diventata una delle più floride dell’Isola, con ben 3 compressori di grossa potenza, numerose bombole, un piccolo reparto con attrezzature subacquee a noleggio, scooter e barche da affittare. La giornata di Gaetano inizia ancora prima dell’alba e finisce non prima delle 22.00, NO STOP. Durante tutte quelle ore di lavoro assicura ai subacquei le bombole per le immersioni, le barche o un motorino a chi vuol fare un giro, fornisce una semplice indicazione o informazione. Nonostante le innumerevoli ore di lavoro al caldo asfissiante dei compressori Gaetano è sempre di buon umore, sorridente e pronto ad aiutarti. Nei giorni più intensi di agosto può capitare di vederlo ad orari improponibili del mattino dentro la ricarica, mentre già armeggia con le fruste, chino sulle decine di bombole che deve riempire di aria per chi ancora dorme. Il figlio Giuseppe lo aiuta nella gestione delle barche e della ricarica.

 

Ma nonostante la sua infaticabile dedizione a questa attività Gaetano non ha mai fatto un’immersione, anzi si tiene ben distante dal fare il bagno al mare, è un uomo di terra, e i fondali di Ustica non lo hanno mai incuriosito. Neppure quando si mise in società con un Diving Center fu possibile fargli provare la sensazione di respirare sott’acqua, respirare quell’aria che lui stesso immette nelle bombole.

Un’altra stagione già si percepisce nell’aria di Ustica e sarà la 50esima per Gaetano, che come sempre sarà al suo posto, tra il frastuono incessante dei compressori, dentro la sua ricarica.

Jonathan Cecchinel.

4 Commenti

  • Bel reportage Jo!

    Raffaele Zanoli,
  • Jo. Lo hai descritto perfettamente…. Mi sembrava di essere li con te seduti al kikis ascoltando Gaetano raccontare la storia… Si perché è storia…. E se nessuno la ferma su libri o raccolte…. Va perduta….

    Bravo Jo…. A presto…..
    Max

    Massimo Gianolla,
  • Uuomo di terra! Bel paradosso. Sul rumore del compressore ricordo quello che usava Ico Barbato in un gabbiotto di legno dietro la pompa di benzina. Terribile. Credo fosse verso la fine degli anni ‘80… nostalgia? Sì certo ma ora c’è molto più pesce! Non c’erano i barracuda, alcune cernie ma piche e le ricciole si facevano vedere piccoline e in coppia in fuga. Per i colori no. Lo spettacolo di è spento. A presto

    Marco lombardi,
  • Mi vanto di essere stato socio di Gaetano, impareggiabile amico e la persona più generosa che conosca. stupendo quando finge di essere rude e scostante, ama la sua isola difendendola sempre. Spero di tornare e di riabbracciare Gaetano piccolo grande uomo di ustica

    antonino conti,
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