Savalia savaglia l’oro del Mediterraneo

Per gli amanti del benthos vi sono diversi siti di particolare interesse a Ustica; in alcuni di questi è possibile anche ammirare Savalia savaglia, uno tra gli cnidari più particolari del Mare Nostrum. Si tratta di un corallo finora considerato raro per le peculiari condizioni ambientali di cui necessita per la crescita ma anche perché la specie è stata poco studiata. I lavori più recenti suggeriscono però che l’attenzione per la biologia e l’ecologia di Savalia savaglia dovrebbe essere maggiore poiché sembra che la presenza di colonie favorisca lo sviluppo di biodiversità, creando delle vere e proprie foreste marine che rappresentano riserve di carbonio, stabilizzano il substrato marino, riducono il fenomeno di risospensione e fungono da nursery e riserva di cibo per svariati organismi.  Un altro punto di estremo interesse è la longevità di Savalia savaglia, che raggiunge le migliaia di anni e che potrebbe essere utile per la datazione di altre specie di coralli come le gorgonie.

Fiori di mare 

Fig.1. Coralligeno tipico di Ustica. Ph Bruno Pitruzzella

Meravigliosi ventagli di gorgonie rosse e gialle, tappeti arancioni di madrepore, aiuole di margherite di mare, ondulanti cerianti, foreste di corallo nero, arbusti di corallo rosso. Quando si parla di madrepore, anemoni e coralli non si può far a meno di pensare a loro come a meravigliosi e colorati giardini sottomarini. Ma in realtà questi organismi come ben sappiamo sono animali e tra i più antichi del Pianeta. Gli Antozhoa (dal greco “animale fiore”) appartengono al phylum Cnidaria insieme alle meduse e agli idrozoi, e sono organismi formati da polipi a simmetria bilaterale, che possono crescere singolarmente (anemoni, cerianti) o raggruppati in colonie (coralli, margherite di mare).  I polipi, ancorati al substrato tramite un disco pedale, hanno forma tubolare: la parete è formata da uno strato esterno (ectoderma) ed uno interno (endoderma), separati da una matrice extracellulare (mesoglea). Una cavità centrale, detta celenteron, rappresenta il sistema cardiovascolare e termina con una serie di tentacoli disposti attorno alla bocca i quali contengono nematociti, cellule provviste di organi urticanti come quelle delle meduse (nematocisti o cnidocisti) la cui funzione è quella di immobilizzare le prede. Le strutture anatomiche fondamentali sono l’actinofaringe e i mesenteri. La prima connette la bocca al celenteron tramite un canale specializzato chiamato sifonoglifo, la seconda rappresenta la struttura portante del polipo e contiene anche i muscoli, la cui disposizione, unica per ogni ordine di Antozhoa, serve come carattere diagnostico.

Fig. 2. Schema anatomico di un polipo.

Sono organismi ermafroditi, provvisti di gonadi femminili e maschili; la fecondazione può avvenire nella colonna d’acqua per rilascio di sperma e oocisti, oppure lo sperma viene catturato da una colonia femminile al cui interno avviene l’incubazione. La riproduzione può avvenire anche per via asessuata con diverse modalità: scissione binaria, originando due individui identici; gemmazione, formazione di molteplici individui identici che possono restare collegati al genitore, accrescendo la colonia, oppure staccarsi; frammentazione ad opera di agenti esterni, capacità che permette il popolamento del substrato vicino alla colonia madre.  https://www.youtube.com/watch?v=hi4oDPDW0OI. La larva planula nuova nata trascorre un periodo nella colonna d’acqua prima di poggiarsi sul fondo e strisciare alla ricerca di un substrato favorevole; in alcuni casi è in grado di strisciare direttamente dalla colonia da cui viene emessa sul fondale e originare colonie vicine a quella madre. Le larve hanno atteggiamento gregario e tendono a formare colonie vicine tra loro. Gli Anthozoa si nutrono di zooplancton, catturandolo attivamente con i tentacoli, e di materia inorganica filtrando l’acqua; alcuni di loro traggono ulteriore nutrimento dalla simbiosi con alcune alghe unicellulari (zooxantelle). https://www.youtube.com/watch?v=_moSqjqKMDY

Tassonomia del Falso Corallo nero

Savalia savaglia viene chiamato comunemente falso corallo nero perché i polipi secernono uno scheletro di colore brunastro o nero, appartiene però ad un ordine diverso da quello dei coralli neri (Antipatharia) e tuttavia condivide con essi la caratteristica di avere un numero di tentacoli e mesenteri uguale o multiplo di 6, che conferisce il nome Hexacorallia a questa sottoclasse di Antozhoi di cui fanno parte anche cerianti, anemoni, margherite di mare, madrepore, corallimorfari (anemone gioiello). L’ordine a cui appartiene   Savalia savaglia è quello degli Zoantharia; i polipi sono provvisti di una doppia corona di tentacoli e un singolo sifonoglifo.  Savalia è l’unico zoantide in grado di secernere il suo scheletro, tutti gli altri coralli appartenenti a questo ordine incorporano detriti dall’esterno per formare la loro struttura solida. Un’altra caratteristica relativa alla completezza delle strutture chiamate mesenteri classifica Savalia come facente parte della famiglia Parazhoantidae, a cui appartiene anche la ben conosciuta margherita di mare (Parazoanthus axinellae). Si arriva quindi al genere(Savalia) che comprende solo due specie: Savalia savaglia (Bertoloni 1918), presente in Mediterraneo e Atlantico e Savalia lucifica (Cutress e Pequegnat 1960), presente nel nordest del Pacifico.

Un incantevole parassita

Fig. 3. Dettaglio del tessuto necrotico di Paramuricea clavata parassitata da S. savaglia. Ph. Alessandro Diotallevi

La nascita di colonie di falso corallo nero è legata alla presenza di Gorgonie (Paramuricea clavata Risso 1826, P. grayi Johnson 1861, Eunicella cavolinii Koch 1887, E. singularis Esper 1791, E. verrucosa Pallas 1766, Leptogorgia sarmentosa Esper 1789) e di corallo nero (Antipathella subpinnata Ellis & Solander 1786)

che fungono da substrato biogenico per la crescita; inizialmente i polipi di S. savaglia crescono relativamente velocemente, circa 5−8 cm l’anno, riproducendosi per via asessuata tramite gemmazione.

Una volta ricoperto interamente l’ospite i polipi cominciano a produrre lo scheletro e la crescita rallenta significativamente: si parla di 5−45 µm all’anno. Questa lenta crescita fa di S. savalia un organismo molto longevo che può vivere anche mille o duemila anni. Quando la colonia ha interamente ricoperto l’ospite, la riproduzione avviene per via sessuata, con rilascio di gameti femminili e maschili e fecondazione in acque libere; l’ecologia della larva planula rimane tuttora sconosciuta. La   sex ratio delle colonie è a favore delle femmine. La forma che assume S. savalia è influenzata da quella dell’ospite che parassita: colonie arborescenti che si sviluppano su di un singolo piano come un ventaglio. I polipi hanno corpo tubulare, allungato, possono essere di diverse colorazioni tra il giallo pallido e il bianco−rosato, posseggono due corone di tentacoli completamente retrattili; lo scheletro è liscio, nero o brunastro, chitinoso, duro tanto da permettere alla colonia di resistere a forti correnti.

Coralli fantastici e dove trovarli

Fig.4. Ramo di S.savaglia della secca dei coralli. Ph Santo Tirnetta

Sulla distribuzione di Savalia savaglia in Mediterraneo vi sono ancora informazioni frammentarie, questo dipende da diversi fattori. Innanzitutto la profondità a cui di solito si insediano le colonie: generalmente al di sotto dei 30 metri di profondità fino al piano batiale (sono state rinvenute colonie anche a 900m); ciò rende difficile studiare direttamente l’organismo. Quindi la poca attenzione della comunità scientifica nei confronti di quello che invece si è scoperto essere un organismo garante della biodiversità dei fondali profondi del Mediterraneo. Tra gli Antozhoi sembra possedere caratteristiche intermedie tra quelli più superficiali e quelli più profondi, favorendo e facilitando la comunicazione tra zona luminosa (eufotica) e zona oscura (afotica).  Il falso corallo nero è ampiamente distribuito in tutto il Mediterraneo, ad eccezione del bacino di Levante, dove però i rilevamenti sono scarsi, e della parte più meridionale, perché le acque superficiali hanno temperature troppo elevate e il substrato profondo sembra essere non idoneo. Vi sono alcuni siti di particolare interesse (Baia di Kotor e Mare di Marmara) in cui S. savaglia cresce a minor profondità, le popolazioni sono eccezionalmente numerose e anche morfologicamente diverse.

A Ustica ci sono tre principali siti in cui si può ammirare il falso corallo nero. La colonia certamente più conosciuta è quella a forma arborescente che si trova al Secchitello, essa raggiunge il metro di altezza; stagliandosi dal fondo coralligeno e aprendosi a ventaglio offre uno spettacolo mistico. Altre colonie crescono in parete, alcune di notevoli dimensioni, altre più piccole, insediate in un ambiente coloratissimo e variegato, a una profondità che va dai 40 ai 50 metri.

Fig. 5. Dettaglio dei polipi di S. savaglia. Ph. Bruno Pitruzzella

Alla Secca della Colombara S. savaglia spicca sopra un grosso masso posato sul fondale sabbioso a poca distanza dalla parete verticale a Sud, sui 45 metri, tra ampi ventagli di P. clavata e il viavai di timidi dentici.

Fig.6. Colonia di S.savaglia della secca della colombara. Ph Bruno Pitruzzella

Uno dei siti meno conosciuti in cui si possono ammirare diverse colonie pluricentenarie è Secca segreta o Secca dei coralli. Tra praterie di Posidonia oceanica, piccoli massi e sabbie scure, a soli 30 metri di profondità, una singolare formazione rocciosa, come un’onda di pietra, offre uno spettacolo unico: undici rami di S. savaglia si allungano verso la colonna d’acqua, uno dopo l’altro, ancorati ad una parete curvata ricoperta di spugne e coralligeno, brulicante di piccola vita.

Fig.7. Uno dei rami di S.savaglia della secca dei coralli. Ph Bruno Pitruzzella

La singolarità di questo sito è stata oggetto di un recente studio che evidenzia come nelle immediate vicinanze delle colonie non ci siano gorgonie; è stato ipotizzato che le gorgonie che funsero da substrato siano estinte e i rami di falso corallo siano “testimoni viventi di queste popolazioni di gorgonie del passato”. https://vimeo.com/263231642

Parola d’ordine Conservazione

Fino ai più recenti studi Savalia savaglia è stata considerata una specie rara. In realtà questo Antozhoo si adatta molto bene a diverse condizioni ambientali; l’insediamento delle colonie sembra essere condizionato soprattutto dalla temperatura, dalla tipologia di substrato e ovviamente dalla presenza di gorgonie e coralli neri, anche se è stata dimostrata la crescita diretta su substrato. La rarità della specie è fortemente influenzata dalla pressione antropogenica; in passato il prelievo a scopi commerciali, ora il sovra sfruttamento e la modalità della pesca: le reti a strascico provocano danno diretto alle colonie o indiretto per risospensione del sedimento che impedisce ai polipi di nutrirsi e crescere. Il cambiamento climatico sta peggiorando il quadro, determinando condizioni sfavorevoli e reazioni a catena che stanno minando tutta la catena della biodiversità garantita dalle foreste di corallo. La longevità della specie determina una progressiva e preoccupante riduzione della popolazione che non riesce a sostenere il turn over. S. savaglia è inserita nella lista rossa della IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) come specie quasi minacciata ed è protetta dalla Convenzione di Barcellona e di Berna. Tuttavia attualmente meno del 20% dei suoi habitat si trova all’interno di Aree Marine Protette; l’attenzione da parte della comunità scientifica e degli organismi di salvaguardia delle specie marine è ancora debole. Tra i programmi di monitoraggio c’è il noto Reef Check(https://www.reefcheckmed.org/italiano/). Inoltre è aumentata la sensibilità e consapevolezza tra i subacquei che hanno cominciato a conoscere più approfonditamente e a proteggere la specie, oltre cha a segnalarla. A Ustica nel 2019 sono stati ritrovati rami spezzati di S. Savaglia tra il gorgonaceo del Secchitello e in seguito all’approvazione da parte della AMP sono stati reimpiantati, uno sulla colonia madre, l’altro sul fondale. Purtroppo il frammento ricongiunto alla colonia madre non è stato più ritrovato   mentre quello ancorato al fondo risulta vitale.

Fig.8. Ventaglio di S.savaglia reimpiantato in località Secchitello. Ph Bruno Pitruzzella

La conservazione delle foreste di corallo è fondamentale per garantire la biodiversità del nostro Mediterraneo, che pur essendo così poco esteso contiene circa il 7,5% di tutta la biodiversità marina. Promuovere progetti di citizen science può essere utile per sensibilizzare la popolazione e incrementare le conoscenze biologiche ed ecologiche di questo meraviglioso corallo d’oro.

Sara De Pieri.

 

Glossario

Benthos: complesso degli organismi acquatici che per un periodo continuato o per tutta la vita si mantengono in relazione con il fondo marino.

 Cnidari o celenterati: invertebrati marini dal corpo a forma di polipo e medusa: il polipo è sessile, cioè vive fisso al substrato, solitario o riunito in colonie; la medusa viene trasportata liberamente dalle correnti.

 Zooplancton: Complesso degli organismi animali che, insieme agli organismi vegetali (fitoplancton), costituiscono il plancton.

 Piano batiale: zona di mare che si estende dall’orlo della piattaforma continentale (200m) sino alla profondità di circa 200m.

 

Bibliografia

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Marine Environmental ResearchùùVolume 179, July 2022, 105686

Mediterranean Sea shelters for the gold coral Savalia savaglia (Bertoloni, 1819): An assessment of potential distribution of a rare parasitic species. Authors TorcuatoPulido MantasaCeciliaVarottibCamillaRovetaaMarcoPalmacCarloInnocentidMichelaGiustidMouloudBenabdieEgidioTrainitofVesnaMačićgMaria CristinaGambihCarloCerranoaij

Distribuzione e caratterizzazione di Savalia savaglia (Bertoloni, 1918) (Cindaria: Antozhoa) nel Mediterraneo. Cecilia Varrotti, 2021 Tesi di Laurea in biologia marina

 

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Coralli del Mediterraneo, Egidio Trainito, Rossella Baldacconi, 2016 ediz. Castello

 

Nel Mare di Ustica. Vita e ambienti tra coste e fondali. Annalisa Patania, Tiziana Dieli, 2022 Villaggio Letterario

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